Articolo scritto da Francesco Antonacci sul suo profilo linkedin che puoi trovare qui
Stamattina ho voglia di condividere un'esperienza che esula dalla mia attività professionale, ma che sentivo il bisogno di raccontare, con la piccolissima speranza di invogliare a ricercare la propria di esperienza e magari, di poterla leggere a mia volta. Con l'occasione ringrazio Arno Cardini, fondatore del progetto Forestling, che ha reso possibile quello che andrete a leggere.
𝐏𝐀𝐒𝐒𝐄𝐆𝐆𝐈𝐀𝐓𝐀 𝐀𝐋 𝐂𝐇𝐈𝐀𝐑𝐎 𝐃𝐈 𝐋𝐔𝐍𝐀
Chiaro riferimento ad una delle composizioni pianistiche più note di ogni tempo, due martedì sera fa, ho partecipato alla mia prima passeggiata notturna nei boschi, accompagnato dalla calda luce di una luna speciale.
L’esperienza, offerta dal mio comune di residenza, è stata guidata nella più assoluta libertà da un professionista nell’ambito della sensorialità e delle esperienze immersive in percorsi naturali: 𝐴𝑟𝑛𝑜 𝐶𝑎𝑟𝑑𝑖𝑛𝑖, ideatore del progetto 𝐹𝑜𝑟𝑒𝑠𝑡𝑙𝑖𝑛𝑔.
Tutto è cominciato per caso, da un semplice post su Facebook visto quello stesso martedì mattina. La curiosità poi, ha fatto il resto, portandomi all’appuntamento serale spaesato, non conoscendo nessuno, e ansioso di intrufolarmi nel buio del bosco.
Al punto di ritrovo eravamo in dodici, un bel gruppo eterogeneo guidato da Arno, una persona capace sin da subito di trasmettere serenità. Poche semplici parole di introduzione e via, abbiamo indirizzato i nostri scarponi verso l’oscurità, con una luna pigra, ancora nascosta dalle montagne.
Sono bastati pochissimi metri per capire subito che la pace del bosco di notte è solo apparente. Lontano dai rumori artificiali, l’udito si affina sempre di più e a quel punto capisci di non essere solo: ogni albero, ogni cespuglio, brulica di vita. Le onde sonore che giungono all’orecchio sono le più diverse e anche il semplice scalpitare dei passi quasi infastidisce quella composizione armonica naturale.
Lo spettacolo però non era completo. La protagonista indiscussa si stava facendo attendere come le più grandi star hollywoodiane, per poi fare la sua entrata trionfale. E infatti, dietro alle foglie tremolanti, una luce intensa ha fatto irruzione nel cielo nero della notte, annunciando il sorgere della 𝑆𝑢𝑝𝑒𝑟𝑙𝑢𝑛𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝐹𝑟𝑎𝑔𝑜𝑙𝑒, che ha portato con sé una insolita sensazione di calore e accoglienza, quasi a voler essere un faro per il nostro capitano Arno.
Ci siamo fermati.
Ho avuto modo di ammirarne ancora meglio le forme, le sfumature e i giochi di luce che si proiettavano sulle nuvole che erano accorse ad assistere alla scena.
Rimessi in moto, camminando per i boschi pieni di vita nelle ore più buie, continuavo ad osservare il nostro unico satellite naturale e riflettevo su come mi apparisse così vicino, quasi alla portata del mio braccio.
In realtà, la distanza media della Luna dalla Terra è di 384.400 km, una misura considerevole, ma che comunque, riflettendoci non è poi così enorme. Basti pensare che nell’arco di una vita probabilmente li percorriamo con la nostra auto.
E allora ho cominciato ad immaginare l’improbabile viaggio che mi avrebbe potuto condurre sulla superficie lunare e di istinto, mi ci sono fiondato in linea retta. La verità è che la traiettoria non è così semplice da calcolare e il tragitto è ricco di insidie e nonostante questo, come abbiamo assistito alla fine degli anni ’60, è possibile e addirittura replicabile!
“𝐶ℎ𝑒 𝑖𝑛𝑣𝑖𝑑𝑖𝑎!” ho pensato. Dodici uomini hanno potuto essere lì, calpestare quel terreno extraterrestre che per millenni si è sempre mostrato identico a miliardi di individui diversi.
Solo dodici…
Un’ingiustizia dal mio punto di vista.
Eppure non potevo fare a meno di continuare a guardare quella “piccola” sfera sospesa nel vuoto dell’Universo. Ne percepivo costantemente la presenza anche quando era alle mie spalle o nascosta dietro ad un crinale e che continuava a ripetermi: “𝐼𝑜 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑞𝑢𝑖, 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑣𝑢𝑜𝑖 𝑝𝑢𝑜𝑖 𝑟𝑎𝑔𝑔𝑖𝑢𝑛𝑔𝑒𝑟𝑚𝑖”.
La camminata è proseguita tra i sentieri di un biotopo e ci ha portato ad attraversare, con il dovuto rispetto, la Stanza delle Lucciole. In pochissime si sono mostrate, come se la presenza della Superluna fosse un evento esclusivo, riservato ad un numero ristretto di fortunati partecipanti.
Affrontato un lieve pendio siamo arrivati al punto di ritrovo finale, dove questa esperienza si è fatta ancora più immersiva quando una tazza di thè caldo ci è stata gentilmente allungata dalla nostra guida.
Lì, tra un sorso aromatico e uno scambio di sguardi con l’indiscussa star di quella serata, mi sono congedato, ringraziando Arno per l’opportunità di vivere dei luoghi comuni in maniera così speciale e consapevole di tornare a casa con lo zainetto più pesante.
Guarda te, se una semplice passeggiata nel bosco con persone estranee, doveva condurmi in un viaggio così lontano nello spazio e nel tempo.
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